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Breve storia dell'evoluzione della macchina per scrivere
Sono diversi gli inventori ai quali l’invenzione della macchina per scrivere viene attribuita, spesso di diversa nazionalità. È anche possibile che varie persone abbiano lavorato contemporaneamente ad idee simili senza necessariamente essere a conoscenza l'uno del lavoro dell'altro. In Italia si ha notizia di una macchina da scrivere funzionante nei primi anni del XIX secolo.
Si ebbero in Europa diverse geniali intuizioni e studi per realizzare macchine scriventi, fra cui in Italia Turri nel 1808,e Pietro Conti di Cilavegna nel 1823
Nel 1823 Pietro Conti costruì il Tachigrafo, prima scrivente a tasti e leve. Si trattava di un dispositivo capace di scrivere manovrando su una apposita tastiera. Pietro Conti affermò che la sua macchina “scriveva velocemente e chiaramente per tutti, anche per quelli che avevano problemi di vista”. La portò in Francia, la brevettò, fece una dimostrazione all'Accademia delle Scienze di Parigi. Lì venne testata, approvata e acquistata per 600 franchi. Di questa macchina rimangono soltanto delle descrizioni. Quindi fu un italiano tale Pietro Conti da Cilavegna in provincia di Pavia il primo che abbia pensato ad una macchina da scrivere, che ideò e costruì una macchina "per scrivere o stampare sulla carta o su altre materie”
Effige di Pietro Conti
Un altro poco conosciuto artista italiano nel 1830 Celestino Galli di Carrù costruì un 'Potenografo meccanico'. Pare che questa fosse una macchina con tasti corrispondenti alle lettere dell'alfabeto sistemate su due cerchi concentrici. Il carattere veniva impresso sulla carta che era avvolta attorno ad un rullo. Galli portò la sua macchina in Inghilterra dove fu ricevuta con grande interesse, come mostra questo passo di un articolo del "The Times" del 27 giugno 1831."Recentemente un meccanismo molto ingegnoso è stato inventato da un giovane signore di nome Galli. Questo oggetto ci permette di scrivere più velocemente rispetto ad ogni sistema di scrittura a mano fino ad ora conosciuto, oppure rispetto alla velocità con la quale un oratore può parlare. Ma questo non è tutto. Si possono ottenere contemporaneamente molte copie di un discorso, scritto in modo leggibile ...."
targa commemorativa nel paese natale di Carrù a Celestino Galli
Un’altra importante e fondamentale macchina per scrivere fu inventata dall'avvocato novarese Giuseppe Ravizza nel 1846 con scopi umanitari poiché Ravizza volle far sì che anche i ciechi potessero scrivere con l'utilizzo di questa macchina. Nel 1855, a Novara, G. Ravizza brevetta una macchina, detta “Cembalo scrivano"per la disposizione dei suoi tasti,rubati ad un cembalo e costruita essenzialmente in legno e che costituisce il prototipo di tutte le macchine per scrivere. In tutto ne realizzò almeno sedici modelli.
Un sistema di blocchetti in legno, come un pianoforte, costituivano i tasti, che battuti dall'operatore sollevavano delle aste che a loro volta muovevano delle leve, disposte ed incernierate lungo un cerchio, che portavano ad una estremità le lettere da imprimere sulla carte premendo su un nastro inchiostrato. Un sistema di ruote consentiva il movimento di avanzamento per formare la riga ed un altro sistema faceva avanzare la carta. La storia del cembalo scrivano è stata documentata da Ravizza stesso in un diario di 371 pagine, scritte da entrambe le parti, che va dal marzo 1856 al giugno 1885, da quando Ravizza aveva 45 anni a pochi mesi prima della sua morte. Nel suo diario scrive:«Infine nell’anno 1832 il Sig. Pietro Conti da Cilavegna mi riferiva avere lui fatto l’invenzione di una macchina (il tachigrafo) mediante la quale toccando i tasti di una tastiera alfabetica, restavano scritti in una carta acchiusa le corrispondenti lettere, ottenendosi così una scrittura più celere e più bella della scrittura ordinaria».
Il cembalo scrivano e Giuseppe Ravizza con moglile e figlia
Anni piu’ tardi nel 1865 nell’allora territorio austriaco nella città di Parchines Peter Mitterhofer , che non conosceva Ravizza nè i suoi esperimenti, realizzò diversi prototipi in legno con i tasti che tiravano delle astine di filo metallico fissate sulle levette dei caratteri in modo da farle sollevare.
Curiosamente il sistema era esattamente simile a quello di Ravizza, solo le dimensioni di tutta l'incastellatura, del cerchio a cui le leve dei caratteri sono incernierate, alla lunghezza delle stesse leve, era più grande. A differenza della macchina di Ravizza che batteva i caratteri su un foglio di carta piano, Mitterhofer realizzò un rullo posizionato in modo che il carattere battesse sulla carta che si avvolgeva sul rullo stesso.
Peter Mitterhofer e la sua macchina per scrivere
In america parallelamente Cristopher Sholes portò a termine nel 1867 un modello di macchina per scrivere piatta con leve cortissime, mentre con successive migliorie e relativi brevetti giunse a costruire nel 1875 una macchina avente grande somiglianza col Cembalo scrivano di Ravizza e l'ultima creazione di Mitterhofer, pur senza conoscere i suoi precursori. Munita di tastiera tipo pianoforte, aveva i martelletti appesi sopra un cerchio. E la battuta avveniva sempre dal basso verso l'alto. Ora si domanda: come mai il Glidden, in poco più di sei mesi (settembre 1867), concepisce e costruisce una macchina, alla quale prima non aveva mai pensato e con criteri pratici e perfetti? L'invenzione del Ravizza era pure stata apprezzata a Londra nel 1863 e, alla Esposizione di Parigi del 1867, figurò pure un modello dell'americano Thomas Hall, e nel 1867 ci furono ben tre macchine, di cui due americane (Allen, Worral) e una parigina (Fontaine), segno dunque che l'idea della scrittura a macchina aveva fatto strada e i giudici inglesi, premiando il Ravizza «per il servizio reso al progresso della utili arti», avevano richiamato certamente sulla sua opera l'attenzione dei competenti e degli appassionati.
Quindi, seppure manca la documentazione assoluta, pare che l'esame dei fatti non assolva l’inventore americano sia dalle ragioni di priorità italiana nella invenzione della macchina, sia dall'accusa di plagio. Tutta una vita spesa per un nobile ideale, avrebbe ben meritato altre ricompense morali e materiale che una qualche medaglia alle Esposizioni dove il Cembalo figurò con onore. Invece le angustie di casa impedirono al Ravizza di dare tutta la sua attività al perfezionamento del Cembalo scrivano, la presenza dei famigliari gli impedì, molte volte, di dedicarsi con calma ad un lavoro attento e continuo oltre a non ricevere contributi complici le difficoltà economiche, già nel 1856 lamenta la spesa di oltre diecimila lire; più volte ricorda l'impossibilità di servirsi di mano abile per la deficienza di mezzi. Il 18 gennaio 1884 riceve «da Linda, una delle figlie, L. 40 per pagare la tassa del secondo anno del brevetto». I denari realizzati dal Singer con la sua macchina da cucire o quelli realizzati dal Remington, suscitano amari commenti.
«Io languisco il mio imitatore o contraffattore Remington nuota nei milioni, mentre io sono malato ed invecchio».
Gli americani Cristhosfer Sholes e Carlos Glidden con la loro invenzione la macchina per scrivere Sholes & Gliddden
Altri esemplari furono realizzati da Sholes in società con Glidden,e Soul e più tardi con Desmore e Yost perfezionando sempre più la macchina. La scrittura non era visibile se non dopo aver battuto diverse lettere ed aver visto la carta uscire da sotto il cestello.
Notevoli furono le applicazioni sulle prime macchine per scrivere che troviamo ancora adesso nella società moderna come ad esempio la tastiera qwerty e il tasto della chiocciola di internet
QWERTY è oggi il più comune schema per tastiere alfanumeriche, utilizzato nella maggior parte delle tastiere per computer ma anche nelle macchine per scrivere. È utilizzato anche nella maggior parte delle tastiere alfanumeriche italiane.lo si può notare sulla maggior parte delle tastiere delle macchine esposte.
Il nome "QWERTY" deriva dalla sequenza delle lettere dei primi sei tasti della riga superiore della tastiera. Lo schema QWERTY fu brevettato nel 1864 da Christopher Sholes e venduto alla Remington and Sons nel 1873, quando cominciò a comparire sulle macchine per scrivere.
Per lingue diverse dall'inglese sono stati introdotti piccoli cambiamenti allo schema. In Germania vengono scambiate tra loro le lettere Z e Y, poiché in tedesco la Z è molto più comune della Y e compare molto spesso nella combinazione tz; di conseguenza, le tastiere tedesche vengono chiamate tastiere QWERTZ
Nella tastiera QWERTY le coppie di lettere maggiormente utilizzate sono separate, nel tentativo di evitare che i martelletti delle macchine per scrivere si storcessero e incastrassero, costringendo chi scriveva a sbloccarli manualmente, spesso macchiando il documento.
La @, anche detta a commerciale, nota in lingua italiana come chiocciola o chiocciolina, conosciuta in inglese col nome "at", in francese come "arobase" e in spagnolo come "arroba", è un carattere tipografico adoperato soprattutto per la posta elettronica. Si crede erroneamente che sia un segno grafico recente mentre era già in uso nel VII secolo d.C., presso i mercanti veneziani la @ era un segno grafico che rappresentava l'anfora, utilizzata allora come misura di peso e capacità,e venne ripresa nella realizzazione delle prime tastiere dalle macchine per scrivere
La rilevanza sociale che l’introduzione della macchina per scrivere di Sholes apportò fu enorme.
Un 1923 libro sulla storia antica della macchina da scrivere diede a Christopher Latham Sholes il ritratto di “salvatore delle donne".
E 'altamente improbabile che Sholes avesse inventato la macchina da scrivere con la consapevolezza e l'intento di favorire la liberazione delle donne, ma di fatto l’invenzione che questo apparecchio d’ufficio ebbe un grande impatto sulla vita di ufficio nel mondo occidentale.
La macchina da scrivere ha dato alle donne posti di lavoro in ufficio e l'opportunità di lavorare come segretarie in uffici in cui un impiego a tempo pieno per la macchina non era ancora fattibile. In questo senso l'invenzione della macchina da scrivere ha giocato un ruolo importante nel eventualmente dare alle donne il potere economico, una posizione di parità nel mondo del lavoro e di una voce nel mondo degli affari.
Dopo la costruzione in proprio di un piccolo numero di esemplari, la fabbricazione in serie di almeno 1000 esemplari venne affidata ad un costruttore di precisione, un produttore di armi.
La macchina fu quindi prodotta e venduta della Remington a partire dal 1876, con grande successo ma non venne chiamata Remington 1, bensì "The typewriter. Le preziose decorazioni che rendono la macchina una piccola opera d’arte. E’ considerata la prima macchina da scrivere al mondo ad essere prodotta in serie e commercializzata. Uno dei primi utilizzatori sarà Mark Twain per la scrittura dei suoi libri.
Mark Twain e la sua Sholes & Glidden
Successivamente la Remington affinò il progetto e mise in commercio la Remington 2, a cui seguì una serie di vari modelli fino all'inizio del '900. La scrittura era sempre non visibile e per facilitare eventuali correzioni o riletture fu predisposta una leva che permetteva di alzare il rullo portacarte.
La storia ci racconta che che un giorno giunse sulla scrivania di Remington una lettera di Densmore con cui spiegava i vantaggi della nuova macchina che doveva sostituire penna e calamaio e chiedeva il permesso di presentarla. Densmore venne ricevuto insieme a Yost. Siccome Densmore non era in grado di parlare con molta spigliatezza della macchina mentre Yost era veramente un oratore convincente penso di avvalersi della sua collaborazione. Esibirono la macchina in un hotel. Remington e i suoi collaboratori la esaminaro e discussero ampliamente per un'ora e mezza. Quando uscirono Remington chiese ai suoi collaboratori: 'Cosa ne pensate?' la risposta fu solidale: 'La macchina in effetti è ancora un pochino primitiva ma l'idea è buona e senz'altro porterà una rivoluzione nel campo della stampa'. Remington allora replicò: 'Siete dell'opinione che dovremmo accettare questa macchina?' la riposta fu in tal senso :'Non dobbiamo perdere questa occasione per nessun motivo! E' necessario che lasciamo capire a questa gente che siamo desiderosi di acquisire la macchina; però, fra l'altro, dobbiamo confessare che siamo veramente entusiasti.' Desmore e Yost tornarono un'altra volta ed il 1 marzo 1873 venne stipulato il contratto che in un primo tempo riguardò solo la produzione della macchina e in seguito pose la Soc. Remington come unica produttrice e venditrice".
Oltre alla Remington altre ditte misero in produzione tale tipo di macchina per scrivere, con alcune modifiche e varianti, fino al 1903.
Alla fine dell' 800 la Underwood capovolse tutto il meccanismo.1 Non più un anello porta leve con i caratteri ma, con leve più piccole in un semicerchio. Non più scrittura dal basso verso l'alto, ma dall'alto verso il basso, in modo da rendere visibile la battuta sul rullo portacarte. Non più, un nastro inchiostrato in posizione fissa ma un nastro che si alzava ogni volta che un carattere stava per essere battuto sulla carta e poi tornava ad abbassarsi permettendo di leggere quello che si era scritto.
Underwood typewriter con l'innovativo sistema a scrittura visibile
Da quel momento la produzione delle macchine per scrivere non abbandonò più questo sistema, salvo alcune varianti come la macchina a tasto unico con un sistema per scegliere le lettere da imprimere sulla carte come ad esempio per le macchine per scrivere Merrit,Hall, World, Edelmann, Odel, Lambert,American, Mignon AEG ecc.
Discorso a parte meritano le macchine per scrivere Hammond . Hanno i caratteri disposti su una piastrina semicircolare che al tocco del tasto, gira rapidamente e presenta davanti alla carta il carattere desiderato. Dal retro della macchina un martelletto batte sulla carta e la spinge verso il nastro e quindi verso il carattere previsto. Poi, altrettanto rapidamente, la piastrina porta caratteri torna al suo posto.
E' in un certo senso simile alla IBM che aveva inventato una pallina porta caratteri in grado di ruotare velocemente e presentare il carattere richiesto, solo che invece di spingere la carta verso il nastro e poi verso il carattere, la IBM era in grado di spostare la pallina verso il nastro e quindi sulla carta, per tornare rapidamente in posizione di riposo.
Hammond n.1 typewriter
Particolare anche la Courier poi Oliver che aveva le levette porta caratteri incernierate in basso e col carattere in alto, in modo da ruotare e cadere dall'alto sulla carta.
Degna di menzione come per altro molte altre macchine che sono accompagnante da storie affascinanti, la Diskret è la prima macchina per scrivere messaggi cifrati.Antenata della più famosa Enigma, che avrà un ruolo primario nella seconda guerra mondiale, fu la prima macchina ad adottare un sistema crittografico al mondo.
Disket typewriter la proma macchina crittografica costruita
Si possono trovare macchine che potevano già scrivere nel 1880 in 24 lingue o font diversi solo cambiando un cilindro o una spoletta.
In Italia bisogna aspettare fino al 1908 per vedere la prima macchina per scrivere, la rarissima Taurus
Questa bizzarra macchina per scrivere, che ad un occhio inesperto sembrerebbe uno strano orologio da tasca , è in realtà uno dei pezzi più importanti al mondo nel settore delle macchine da scrivere antiche: infatti, questo piccolo capolavoro del 1900 meccanica è la prima macchina da scrivere fabbricata in Italia . E questo non è l'unico suo record. infatti l'ingegnere Torrani , il suo inventore , che ha concepito quello che sarebbe rimasta per sempre la più piccola macchina per scrivere mai prodotta, e certamente , data la sua caratteristica forma , l'unica che abbia mai guadagnato la denominazione di " macchina per scrivere da tasca "! E' importante ricordare che lo slogan pubblicitario scelto dal Torrani per la Taurus era in realtà : "una macchina per scrivere nel taschino del gilet! "
Taurus : la prima macchina per scrivere italiana
Nel 1908 l’Ingegner Camillo Olivetti con una ventina di collaboratori inizia gli studi e le sperimentazioni per la produzione di macchine per scrivere: la Olivetti M1 è così la prima macchina per scrivere prodotta industrialmente in Italia.La M1 viene presentata per la prima volta nel 1911 all’Esposizione Internazionale di Torino ed è subito apprezzata per le soluzioni proposte, frutto dell’inventiva dell’ing. Camillo Olivetti Il modello M1 ha i singoli tasti che premono su piastrine solidali e registrabili con un perno che all'altra estremità ha una piastrina simile che aziona la leva porta carattere, facendola sollevare fino a battere sul rullo porta carta. Il sistema è ingegnoso ma il numero di perni , uno per carattere, è difficile da registrare e la fabbricazione della macchina si rivela costosa, seppure di notevole precisione.
Olivetti M1, prima macchina per scrivere prodotta dalla Olivetti
Nel 1920 nasce la M20 Molti i miglioramenti apportati, ma forse i tre più importanti sono quelli del gruppo cinematico, che è molto semplificato pur mantenendo una buona leggerezza di azionamento del tasto. Nel 1930 nasce il modello M40, con notevoli miglioramenti anche estetici e la produzione scavalca tutta la guerra, con l'intermezzo della macchina chiamata Kr.(Kruger in tedesco significa guerra), macchina in uso all'esercito, con telaio in lamiera, color nero ma non smaltato lucido, nastro solamente nero.
Particolare menzione anche per le M20 coloniali con colorazione bianco sabbia degli anni 30 e destinate ai nuovi uffici dell'Impero,nei territori coloniali.
La produzione Olivetti continuò fino ai primi anni 90 e portò sul mercato non solo macchine per scrivere ma anche calcolatrici grazie al genio di Cappellaro e il primo personal computer mai costruito la Programma 101