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In ricordo di un grande

Venerdì scorso, 27 febbraio, Rai Storia (l’unico canale televisivo guardabile) ha dedicato la serata ad Adriano Olivetti, nell’anniversario (il 55esimo) della morte. La trasmissione è stata interessante e ben fatta e questa riscoperta degli Olivetti fa bene a tutto il sistema. Adriano è stato rivissuto per quello che era, una persona colta e protesa verso il bene della società. I grandi profitti aziendali li riversava nel tessuto economico e sociale del territorio. I suoi operai e dipendenti erano i meglio pagati e ovunque aveva una gran attenzione per il senso estetico e per la bellezza.

Non sarebbe male se si dedicasse spazio alle due vere colonne dell’Olivetti: Camillo Olivetti e Natale Capellaro. Il primo era un genio, un inventore, un progettista che amava stare in officina fra gli operai. Il secondo era un operaio dalle grandi doti meccaniche che inventò le migliori calcolatrici dell’epoca portando all’azienda fiumi di denaro. L’eccezione di Adriano sta nel fatto di non aver sperperato tutto questo patrimonio. Ma Camillo e Natale meriterebbero più attenzione.

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Il Remington della Romagna