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- Written by direttore
"Quanto vale la mia macchina per scrivere?"
Le mie ricerche, non solo di macchine per scrivere ma anche di documenti o informazioni relative agli stessi inventori, mi hanno portato a conoscere moltissime persone che si interessano al nostro settore: appassionati, collezionisti o semplicemente gente comune che hanno una vecchia macchina in ripostiglio o nostalgici del ticchettio di una rumorosa tastiera. Tutti però sono accumunati da una domanda, la madre di tutte le domande, la domanda figlia della curiosità di chi ha un oggetto “vecchio”. E, come una spada di Damocle, tale interrogativo si abbatte inesorabile: “ma quanto vale la mia macchina?”.
In verità la mia risposta potrebbe sintetizzarsi in “probabilmente non tanto quanto si pensa o si desidera”
Partendo dal fatto che le valutazioni vengono fatte da un mio parere personale (certo accompagnato da tanta esperienza), per il resto come in tutte le cose ci sono dei parametri dettati dal commercio. Innanzitutto la parte del leone la fa sicuramente la richiesta del mercato. Quindi, per questa regola, più c’è richiesta e più il prezzo sale, ovvio!. In questo momento non vi è un mercato molto animato per le macchine per scrivere rispetto ad altri oggetti, ma anche qui grazie all’informazione qualcosa si sta muovendo.
Ci sono alcuni punti però da tenere presenti
- le macchine sono preziose per chi le raccoglie non solo per il valore monetario. Ne è prova che alcuni collezionisti ti fanno entrare nel loro bunker accuratamente bendati e ti fanno giurare sulla bibbia di non divulgare quello che si è visto!
- una macchina da scrivere vale tanto solo se qualcuno è disposto a pagare tanto. Sembrerebbe scontato, ma se ci pensate non lo è. Strane alchimie prendono forma nel cervello di un collezionista e a volte sfociano nell’assurdità di pagare molto una macchina solo perché ha un colore che il collezionista non ha, o la tastiera diversa da quelle 10 macchine che ha già del tutto uguali a quella che sta comprando
- il mondo è pieno di macchine per scrivere che chiamerei comuni quindi sicuramente a casa non abbiamo una rarità e la nostra macchina non ha scritto sicuramente la Costituzione italiana. A questo vi rimando alla rubrica del Remington della Romagna che vi esplica meglio il concetto.
- la maggior parte dei collezionisti è alla ricerca delle stesse rare macchine. Più una macchina è antica, in pochi esemplari prodotti, meno ce ne sono sul mercato e più di conseguenza il prezzo sale. Per esperienza personale vi dico che c’è chi è disposto a prendere un aereo il giorno dopo per andare a prendere la macchina dei propri sogni, ovunque essa sia. E’ capitato, non sono bufale, ma non vi dico il nome perché mia moglie ancora (forse), non lo sa!
- la quotazione dipende dalla completezza e dalla funzionalità della macchina. Se oltre al fatto che sicuramente la nostra macchina è molto comune aggiungiamo anche che mancano dei pezzi, non funziona correttamente o, addirittura, la ruggine che la ricopre ce la fa assomigliare più ad un reperto degli Etruschi che un oggetto per la scrittura, allora la quotazione cala drasticamente perché la ruggine e l’incompletezza (la valigetta per le portatili, ad esempio) non sono parte del fascino retrò dell’oggetto.
In sintesi, sicuramente ci sono macchine che hanno un certo valore, ma che non possono essere vendute alle stesso prezzo di una macchina restaurata, dove sapienti restauratori impiegano settimane o mesi di tempo per riportare la macchina all’antico splendore. E qui si apre tutto il capitolo della tecnica del restauro, ma ne parleremo in un altro articolo (vi invito quindi a seguirci periodicamente).
Se si vuole, di typewriter ce ne sono per tutte le tasche e per tutti i gusti: non vi resta che decidere e programmare un percorso logico da seguire.
Ma quanto può costare una vecchia macchina per scrivere nessuno veramente lo sa. Non esistono cataloghi con prezzi come per le sorpresine della Kinder. Ho visto vendere una macchina su Ebay a 18mila euro e poi pochi giorni dopo una macchina uguale identica girare per mesi e mesi, abbassando di volta in volta il prezzo ed essere venduta dopo settimane a 4.800.
Le macchine erano del tutto speculari anzi, forse avrei preferito la seconda. L’unica differenza è dovuta al fatto che nel primo caso il sacro e folle (e sottolineo folle) fuoco del collezionista ha accecato il povero ignaro malcapitato, fatto poi di mordersi le mani, (per usare un eufemismo educato), meno di una decina di giorni dopo quando è apparsa l’altra macchina, sempre su Ebay.
Ebay è Il nostro unico termine di paragone commerciale dove si può trovare il prezzo di diverse macchine, ma attenzione a comprare su internet perché la truffa è dietro l’angolo molte volte le macchine sono sopravvalutate e di difficile valutazione. Inoltre diffidate dal termine “rara” perchè come minimo ce ne sono almeno altre 4 in vendita. (ma questo sarà argomento di un prossimo articolo).
Sono disponibile come faccio da sempre a dare consigli a chiunque mi chieda. Ma una raccomandazione: da una foto mandatami su un francobollo, con la luce del flash che sbianca tutto, fatta dalla cucina mentre la macchina è in salotto (“ma almeno si vedeva tutta!!” risposta vera ricevuta), diventa quasi un miracolo fare una valutazione, oltre a sentirmi Carlo Rubbia mentre cerca al microscopio le particelle elementari.
Quindi, sperando che veramente in casa voi abbiate un piccolo tesoro, se così non è vi suggerisco di non buttate nelle aree ecologiche le vostre macchine. Anzi, se volete me le mandate in modo tale da essere spedite dove possono servire e dove possono trovare una nuova ragione per esistere. Infatti partirà fra poco un progetto per mandare le macchine che non vengono più utilizzate agli alunni e studenti delle zone più disagiate dell’Africa. Perché con l’aiuto della vecchia tecnologia si possano scrivere nuove pagine per futuro migliore.
Firmato
Domenico Scarzello